Una mattina mi son svegliato.
«O bella ciao, bella ciao, bella ciao! Ciao! Ciao!»
«Vorrai dire belo sciau…»
«No, aspetta…»
Stanco di dover stendere i vari calzini spaiati dalla lavatrice, Ermeneglauco decide di comprare 25 paia di calzini neri. Dopo i primi lavaggi, però, quei calzini neri cominciarono a scolorire assumendo varie tonalità di nero e di grigio, rendendo di fatto inutile il suo tentativo di uniformare il problema…
50 sfumature di calzini
Negozio di animali, interno giorno.
«Buongiorno, vorrei comprare un cagnolino».
«Va bene, ha qualche preferenza?»
«Per cosa?»
«Beh, per la razza».
«Ma quale razza? Io ho chiesto un cane!»
Il leone stava passeggiando quando si trovò di fronte un cane che gli sbarrava la strada, fissandolo minaccioso.
«Piccolo mammifero, sappi che mi basta una sola zampata per ucciderti. Fatti da parte, fai passare il re della foresta».
«Pensa, caro leone, che a me basterebbe anche solo un guaito per ucciderti».
Il leone si mise a ridere sguaiato e il cane guaì. Il cacciatore accorse e sparò al leone che cadde morto.
«Alleanze» ghignò il cane, «si chiamano alleanze».
Una cena perfetta di abbondanti antipasti, più che sontuosi i primi, fantastici i secondi, vini pregiati, luculliani contorni, frutta fresca, dolci rinomati, caffè top. Ma cosa manca? L’unica cosa che hai dimenticato di comprare…
Amaro Averlo
Il gusto pieno dell’assenza
Il pulcio e la pulce si conobbero, il loro fu amore a prima vista. Si sposarono dopo soli due giorni. Erano entrambi molto pignoli, tanto che fecero subito le pulci.
Due anime, maschio e femmina, si incontrano mentre vagano nel cimitero in cui sono sepolte le loro spoglie mortali. Si piacciono, parlano fino quasi all’alba. Alla fine si decidono.
«Senti, perché non concludere la serata insieme?»
«Va bene, da me o da te?»
«Da me: ho la cassa libera».
Una mattina mi apparve Dio.
«Figliolo, che fai?»
«Dormo».
«No, non stai dormendo».
«Capisco che tu sia Dio, che tu sappia tutto, ma sono disteso su un letto e non mi muovo. Quindi?»
«Ecco, bravo. Non sapevo proprio come dirtelo».
Eccovi la verità sui motivi che spinsero l’Apollo tredici a non compiere l’allunaggio. No, non è colpa del numero tredici, ma di un problema che la NASA ha sempre nascosto.
«Houston, abbiamo un problema».
«Siamo in ascolto Apollo tredici, dite».
«Abbiamo due mele e le dobbiamo dividere tra Paolo, Luca e Mario, quanto ne spetta a ciascuno?»
«Apollo tredici, siete sicuri?»
«Certo Houston, sicurissimi».
«Lasciate perdere la luna, tornate immediatamente sulla terra e prendete un’altra mela».
Nemmeno il vento più forte può spazzare via l’arcobaleno, perché è un riflesso di luce. È lo spettacolo della luce davanti ai nostri occhi.
Così i nostri sogni. E quando manca la luce dentro di noi i nostri sogni svaniscono.
Siamo tra amici, tutti autori emergenti, e c’è chi si vanta di essere stato paragonato a Camus, chi a Matteo Bussola, chi a Kerouac e chi addirittura a David Lynch. Io, che non voglio essere da meno, affermo con orgoglio:
«Io sono stato paragonato a Jean Marc Mc Semerday».
«Ma chi è?»
«Boh, pare che non lo sappia nessuno».
«Ah, capisco».
Ho un bellissimo esemplare di barbagianni e ho deciso di chiamarlo Barba. Vive libero nel giardino di casa. Ogni volta che lo chiamo, però, sento voci provenire dalla mia faccia:
«Che ti strilli? Sono qua!»
Scene di quando ero piccolo. Negare. Negare sempre.
«Mamma mia che brutto questo bambino!»
«Non è mio» diceva mia mamma.
«Sono l’ostetrica che l’ha fatto nascere, lo saprò se è suo».
«Eh, ma sicuramente mio marito mi avrà tradito».
Poco importa il colore della benda con la quale ti tappano gli occhi poco prima che il plotone d’esecuzione ti spari dritto al cuore.
Il colore che vedi, e che vedrai, è sempre e sarà per sempre lo stesso: solo il nero.
Sono uno scrittore, me lo ha detto la mamma.
Ho mandato talmente tanti manoscritti alle principali case editrici che loro, stufe di ricevere le mie e-mail, mi hanno bloccato.
Un falegname sta insegnando il mestiere al figlio mentre taglia un asse sulla sega circolare. Gli parla amorevole, guardandolo negli occhi mentre continua a tagliare.
«Il buon Dio mi ha donato due braccia, due mani, due dita. Aspetta: due dita?»
Il bue trainava strafottente, sulla strada verso il macello, il carro con sopra una vacca. Non era la prima volta. Trainava il carro e si prendeva gioco della vacca, come sempre faceva in quelle occasioni.
Giunti al macello l’uomo fece scendere la vacca. Poi contrattò con un mercante, prese dei soldi e se ne andò: aveva venduto anche il carro e quel giorno gli animali macellati sarebbero stati due.
«Lo so, amore, che quando investi per errore una lepre selvatica, dato che ormai è morta, la carichi in macchina e la mangiamo, ma…»
«Ecco. Allora adesso basta. Apparecchia che è quasi pronto».
«Però io insisto: sarà il caso di fare lo stesso con il ciclista che hai investito stamattina?»
Tempo fa i neonati indesiderati venivano infilati in una cesta e abbandonati davanti al portone di un convento. Le suore si prendevano cura del loro futuro.
O almeno questo sapevo.
Ma non era il mio problema. Avevo solo ucciso un uomo e il cadavere era il vero problema. Lo tagliai a pezzi, lo misi in una cesta e lo lasciai davanti al portone del cimitero. Si sarebbero occupati loro di farlo sparire?
Un giovanotto sui quattordici anni va in chiesa. Si avvicina al confessionale. Vede che c’è il parroco dentro e si inginocchia di lato.
«Padre, mi perdoni perché ho peccato».
«Chi ti ha detto che sono tuo padre?»
Al supermercato si presenta un uomo d’affari, reparto salumeria.
«Mi dia due etti di prosciutto cotto».
Il salumiere affetta.
«Ecco, sono venuti due etti e mezzo, va bene lo stesso?»
L’uomo si guarda intorno, c’è solo lui. Fruga nel portafoglio e mette una banconota da cento euro sul bancone.
«Sono per lei se mi toglie quel mezz’etto in più».
Due amici si incontrano.
«Come va?»
«Eh, bene dai, se avessi più soldi…»
«Ma i soldi non fanno la felicità».
«Però sarei più felice con un milione di euro e un biglietto per una crociera intorno al mondo».
«Non ho il milione, ma ecco il biglietto».
«Ehy, ma è un biglietto…»
«Sì. Tanto a me non serve, è tuo».
«… usato!»
«Per questo non mi serve».
Entro dal fruttivendolo che proprio in quel momento si allontana urlando qualcosa dietro al suo cagnetto. Ne approfitto, allungo la mano sul bancone e prendo dei curiosi datteri. Li assaggio. Ottimi e senza semi. Rientra il fruttivendolo.
«Scusi, ho fretta, mi può dare un chilo di quei datteri che erano qua sopra?»
Lui si inchina, raccoglie una palettina e una scopina.
«Un attimo per favore. Il cane ha di nuovo cagato sul bancone. Diceva?»
Lo guardo impietrito.
«Pere buone ne avete?»
Eri e sei tutto tu
Sole del mio mattino
Rosa del mio cortile
Vacca della mia stalla
Scrofa del mio porcile.
«Via, via, non lo voglio il caffè decaffeinato!» disse la signorina Lella «Via, via, mi arrangio da sola».
Se ne andarono e lei sorrise.
Le piaceva raccontare bugie, voleva scegliere lei chi potesse aiutarla, quando e come.
«Voglio stare sveglia!» urlò alla casa vuota «Non voglio perdere neppure un minuto della vita che mi resta!»
Gesù era sulla croce, sofferente e prossimo alla morte per il bene dell’umanità. In un ultimo gesto terreno, implorò il suo Dio:
«Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?»
I cieli si incupirono, poi all’improvviso le nubi si squarciarono e risuonò una voce:
«Non ti ho abbandonato, non sapevo nemmeno che fossi figlio mio. Pagavo per fare sesso».
«Ma… Padre, che dici?»
«Che sei figlio di una grandissima bott…»
«aAaAaaah!!! ta-dà, dan… scusate, scusate. Sono Dio. Stiamo testando il segnale di Radio Maria e c’è stata un’interferenza con le anime dell’inferno… Gesù, non ti ho abbandonato, tu stai compiendo un disegno divino eccetera eccetera».
«Ah…»
«Ora resisti un attimo che sistemiamo il segnale, troppo potente. Pensa che dieci minuti fa la stessa interferenza ha fatto sì che Hitler ricevesse un messaggio da Me, che chiaramente non ero Io, per sterminare gli ebrei…»
«Chi è Hitler? E cos’è Radio Maria?»
«Ah, no, scusa, non voglio spoilerare nulla. Tu resisti, è previsto sulle Sacre Scritture che tu non morirai sulla croce. Due minuti e abbiamo fatto».
Tre giorni dopo…
«Eccomi Gesù, dove eravamo rimasti? Gesù? Ma dove sei? Mannaggia, troppo tardi, vabbe’, riscriviamo tutto. Lo facciamo risorgere e cambiamo le scritture. Dov’è il file delle scritture… ah, ecco. “Il terzo giorno resuscitò da morte”. Ecco, ora è perfetto, e anche più scenografico. Per fortuna che ci sono io. Come si dirà in futuro? Ah, sì, “Dio vede e provvede”».
«Un giorno Dio prese a sé l’umanità e dividde gli uomini buoni da quelli cattivi. Vestì i buoni di lucenti armature dorate».
«Semmai divise…»
«No no, erano proprio armature dorate».
Due amici si incontrano dopo un aperitivo fatto assieme la sera prima.
«Che hai fatto poi ieri notte? Avevi tanta fretta di tornare a casa…»
«Mah, lasciamo perdere, ho dormito come un sasso».
«Sonno arretrato, eh?»
«No, è che son caduto nel letto di un fiume in secca e mi sono addormentato lì».
Sono solito mangiare il cibo scaduto, pur di non buttarlo. Purtroppo, che tu prenda uno o venti pezzi di ogni prodotto, qualcosa scade sempre e io lo consumo lo stesso.
Vorrei che sulla mia tomba cappeggiasse l’epigrafe:
“Ha mangiato anche cose buone”
Finalmente, dopo anni di studi, migliaia di scienziati coinvolti, miliardi di dollari spesi, è stata accertata con estrema precisione la causa dell’estinzione dei mammuth: non esistevano i paputh.
Giangrauco è con la mamma.
«Mamma, son tutte belle le mamme del mondo, a parte una. Tu sei un cesso».
«Figliolo, ogni scarrafone è bello a mamma soja. Ma tu, sinceramente, nemmeno uno scarrafone sei».
«Ti voglio bene mamma…»
«Schiva la ciabatta!!!»
Una mattina il piccolo Pierfranco confessò a sua madre:
«Mamma, dopo la morte di papà, non ho mai capito come possiamo permetterci ogni giorno le fettine impanate per pranzo, nonostante tu non abbia un lavoro e la carne costi parecchio».
La madre guardò fuori dalla finestra:
«Pierfranco, secondo te il tuo è stato un buon padre?»
«Sì, mamma. Certo che lo è stato».
«Ecco» disse piangendo «purtroppo ora è finito».
L’altro ieri sono andato a giocare a tennis con mia moglie e una coppia di amici. Ci sistemiamo sul campo per giocare il doppio. Mia moglie era a fondocampo, con la pallina in mano, e aspettava che gli altri si sistemassero per cominciare la partita. Il mio amico improvvisamente urla dall’altra parte della rete:
«Dai, qui siamo pronti! Dì a tua moglie di battere!»
Gli ho spaccato la faccia a racchettate.
Seconda guerra mondiale. Piertrave Monotema è un caporale e ogni giorno deve fare rapporto ai superiori sull’andamento della vita in prima linea. Mangia poco e male, perché ogni distrazione è fatale in guerra. Invece i suoi superiori sono tutti belli pasciuti, perché non stanno sul campo ma stanno nei comodi tendoni a bere e mangiare. Tutti con prominenti ventri in bella mostra che mettono a dura prova i bottoni delle camicie. È facile per Piertrave rendersi conto della differenza tra chi non ha tempo per mangiare e chi invece non fa altro che ingozzarsi, tra chi combatte e chi comanda, insomma tra…
Guerra e pance
Un famoso chef in crisi esistenziale comincia a farsi domande scomode.
«Se per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero, per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto e per fare il frutto ci vuole il fiore, dove cacchio stanno…»
I fiori del mare
Un idraulico va dall’amico commerciante.
«Mi servono questi materiali, mi puoi fare un preventivo?»
«Ecco, così siamo sui 625 euro».
«Se mi fai un piccolo sconto riparo definitivamente la perdita d’acqua che hai a casa tua».
«Quale perdita? Mia moglie non mi ha detto nulla».
«Ah, non lo so, ma posso chiedere al mio collega. Son tre mesi che va tutte le mattine a casa tua per sistemare una perdita d’acqua».
Cianubio Blu è un uomo in salute, ma ha questa mania di mettere annunci per cercare un assistente domiciliare, chiedendo come requisito la qualifica di OSS. Ogni persona selezionata viene invitata a fare una mattina di prova, che non viene mai superata.
Una sera Cianubio ha un infarto, ma essendo solo nessuno può soccorrerlo e muore. Quando entrano in casa sua trovano, tra i suoi documenti, un registro in cui annotava con maniacale precisione i dati di chi aveva fatto la prova, indicando anche il voto sulle capacità professionali.
Lui era, a tutti gli effetti…
Il collezionista di OSS
Suonano alla porta. Apre una donna.
«Carabinieri. Abbiamo saputo del maiale».
«Quale maiale?»
«Quello che ha ucciso nei giorni scorsi».
«Tanto vale confessare. Eppure ho cercato di fare in silenzio».
«Ma l’hanno sentita i vicini che ci hanno avvertito».
«Suppongo che vorrete sapere dov’è».
«Certamente. Andiamo in cantina?»
«Non ho una cantina».
«E dove li mette a stagionare i salumi?»
«Aaaaahhhh… quel maiale…»
Pianista alle prime armi cade dalle scale mentre si esercita.
Il vicino di casa: «Mentre cadeva stonava sul fa diesis».
La ex fidanzata: «Voleva diventare famoso, aveva un piano per riuscirci. Ci siamo lasciati perché io preferivo il clarinetto».
Il suo dentista: «Non si faceva curare le carie, diceva che erano i mezzi toni del suo sorriso».
Il suo cane: «Bau!»
Biancarosarietta è una ricca bambina di sette anni e possiede un costoso criceto albino, regalatole dai genitori per il compleanno. Lo mostra orgogliosa in classe e tutti l’ammirano. Tutti tranne una bambina che se ne sta in disparte, triste: lei è povera e non può permettersi animali costosi.
Un giorno il padre della bambina povera scopre cosa affligge quella figlia sempre triste e le porta una piccola gabbietta arrugginita con dentro un grosso ratto. La bambina ora è felicissima e tiene sempre con sé il biglietto che le ha scritto il padre: “Per la mia Sabina”.
Un ragazzo va dal futuro suocero, che di mestiere fa il macellaio, mano nella mano con la fidanzata. È nervoso ma si fa coraggio.
«Buongiorno, vorrei chiedere la mano di sua figlia».
Lui prende il braccio della figlia, taglio netto, quindi incarta la mano e gliela porge.
«Serviva altro?»
«No, grazie. Il resto preferirei portarlo via intero».
Aîon è l’eterno, Krònos il divenire e Kairòs l’occasione. Insieme sono il tempo e, per quanto tu ti possa dannare, non recupererai mai quello perduto leggendo queste parole.
Una vecchina in abiti lisi si avvicina al fioraio.
«Buongiorno, vorrei qualche fiore tra quelli scartati».
«Posso darle questo mazzo a soli cinque euro».
«Non posso permettermeli, prendo quelli dal bidone».
Il fioraio glieli da. La vecchina ringrazia e si avvia a passo incerto verso l’ingresso. Arriva una signora con pelliccia, gioielli e borsa di lusso.
«Vorrei il più bel mazzo di rose che ha».
«Questo viene cinquanta euro».
«Ecco cento euro, tieni il resto».
Il fioraio ringrazia, la signora si avvia verso il cimitero a passo spedito. Di fronte ha la vecchina.
«Signora, mi scusi…»
«Mi dica» dice la vecchina voltandosi.
«Si può togliere dai coglioni che ho fretta?»
Durante recenti scavi è stata rinvenuta una roccia a forma di indifferenza, risalente a circa 500 milioni di anni fa. Forse una delle prime forme di indifferenza esistite.
Esaminata, ne è stata confermata l’autenticità e si tratta di una scoperta eccezionale. È un… come se niente fossile.
Un vecchio gatto nero, tutto sciancato, passeggia per le vie buie della notte. All’improvviso vede un gruppo di uomini bianchi che stanno massacrando un uomo di colore. Resta immobile a osservare la scena, finché non se ne vanno lasciando l’uomo di colore mezzo morto per strada.
A quel punto gli si avvicina.
«Miao! Anche tu porti sfiga, eh?»
Gesù prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: “È di ieri, il coperto di certo non lo paghiamo”.
Poi chiamò il cameriere e ordinò un calice di vino. Il cameriere disse: “Un calice per tredici?”. Ma Gesù rispose: “Nun te preoccupa’ che mo’ ce penso io”.
Al momento di pagare il conto, i discepoli si resero conto di essere usciti in tunica, quindi senza portafoglio. Gesù disse: “Va bene, anche stavolta pago io per tutti, è il mio destino, ma questa è l’ultima volta che faccio cena con voi”.
L’uomo dai piedi grossi, i capelli vermiglio e gli occhi rossi, si fermò sul ciglio della strada, ormai stremato dalla lunga camminata. Nessuno passava e l’ora si faceva tarda. Si fermò un’automobile. Scese un giovane sui vent’anni.
«Buon uomo, le serve una mano?»
«No, ne ho già due».
«Nel senso: le serve aiuto?»
«Ah, sì».
«Mi dica, come posso aiutarla?»
«Che cazzo di colore è il vermiglio?»
Morì prima di sapere la risposta.
Adam Motherunknown è un famoso cacciatore di bufali. Una mattina si prepara all’ennesima battuta di caccia. Si addentra nella vasta pianura erbosa. Striscia, fiutando l’odore dei bisonti e seguendone le tracce sul terreno. Striscia, fino a che non sente di aver messo il gomito su qualcosa di molle, caldo e parecchio puzzolente. Si ritrae poi osserva meglio su cosa è strisciato ed esclama:
«Porca vacca! Sembra…»
La cacca nella prateria
Sono andato a comprare un biglietto della lotteria Italia. Sia mai che sia la volta buona.
«Mi può dare un biglietto della lotteria?»
«Come, scusi?»
«La lotteria Italia, quella che si vince una volta ogni non so quanti milioni».
«Ah, ho capito. Ecco, sono venti euro».
«Come venti euro? Pensavo costassero meno».
«Sa, il prezzo è imposto».
«OK, va bene».
Torno a casa e leggo le istruzioni: “Srotolare il preservativo sul pene in erezione”.
Ero andato in farmacia.
Una pubblicità degli anni ’80 spacciava il burro come lubrificante per le arterie. Penso a oggi, cerco un cibo che non piace troppo. E invento una slogan per rilanciarlo.
“La Nutria è piena di vita: ha ferro, fosforo, vitamine e sapore di qualcosa che è simile al topo ma sembra coniglio e castoro”.
La nutria è NUTRIente!
Il settimo giorno Dio creò la pace nel mondo e vide che era cosa buona e giusta. La fece polvere e decise di spargerla sulla Terra.
Ma era domenica, quindi rimandò a lunedì e preparò una macedonia di mele che nascose nel giardino dell’Eden.
Purtroppo ciò che rimandi a lunedì non arriva mai.
Eva trovò la macedonia e la mangiò con Adamo. Dio si infuriò e li cacciò. Il serpente fu un capro espiatorio.
Un uomo con il volto insanguinato è steso per terra, ha una profonda ferita sulla fronte. Si avvicina l’ispettore.
«Ora chiamo i soccorsi, che le è successo?»
«Un colpo… in testa….»
«Chi è stato?»
L’uomo indica dietro di lui. C’è un suonatore di strada che suona una tromba insanguinata di fronte a una coppia.
«Lui… la tromba…»
L’ispettore si volta, vede la scena, poi si rivolge di nuovo all’uomo.
«Stia tranquillo, li conosco: sono sposati».
La vita è quella cosa che se hai avuto fortuna mi hai come amica, se invece hai avuto sfortuna mi hai sposato.
La vita è quella cosa che se hai avuto fortuna mi hai come amico, se invece hai avuto sfortuna mi hai sposato.
Tanti anni fa mi successe questa cosa strana. Squilla il telefono, dall’altra parte sento una voce disperata.
«Pronto, Luca? Mi serve urgentemente il titolo per una canzone».
«E lo chiedi a me? Ma chi sei?»
«Sono Marco, Marco Masini».
«Masini? Sì, certo. Senti, vaffanculo».
«GRAZIE!»
Dopo qualche mese ho capito che era veramente lui.
Ai matrimoni in cui vado va sempre tutto bene: si mangia, si beve e si ride, si balla, ci si diverte insomma.
Ma c’è una cosa che odio, ed è la domanda che a un certo punto mi fanno gli sposi:
«Ma chi cazzo sei?»
Un uomo va dal medico.
«Dottore, credo di avere un problema di memoria».
«Allora è meglio se mi paga subito, sono 50 euro in contanti».
L’uomo glieli dà.
«Ecco, dicevo: ho problemi di memoria».
«Ho per lei un farmaco eccezionale. Dieci gocce al giorno. Sono 50 euro in contanti per il consulto e 8 per il farmaco».
«Ma se glieli ho appena dati!»
«No, non me li ha dati. Allora partiamo con venti gocce al giorno, è meglio».
Un uomo con due profonde occhiaie va dal medico:
«Dottore, ho un grosso problema: mia figlia russa».
«Gliel’avevo detto io, due anni fa, di prendere tutte le precauzioni possibili quando è andato in quel bordello a Mosca».
Ricordo che da ragazzo stavo accanto al nonno in fin di vita. Mi parò con un filo di voce.
«Luca… Luca…»
«Dimmi nonno, sono qua».
«Lo so, ma devo dirti una cosa».
«Dimmi tutto nonno».
«Tu devi spostarti…»
«Grazie nonno per questa perla di saggezza. Sarò dinamico, mi sposterò, mi muoverò, sarò attivo. Grazie davvero, sei un grande nonno, davvero».
«…»
«Nonno?»
«…»
Nonno morì così, senza dirmi altro. Anche perché avevo il piede sul tubo dell’ossigeno.
Giannanglaucarlo ha un maglione, che la madre gli ha lavato e lasciato sul letto. Lui lo deve mettere nell’armadio ma non vuole buttarlo dentro così. Prova a piegarlo, ma non ha idea di come si faccia. Prova e riprova ma niente, non ci riesce. Alla fine si arrende e va da sua madre dicendole…
Non me lo so piegare
Le nuvole bianche sono i sogni dei bambini. Si trasformano sotto il loro sguardo candido ancora colmo di fantasia.
Le nubi scure, invece, sono gli incubi degli adulti da cui tuonano le nostre paure. Da lì piovono lacrime amare, precipitando tanto sui grandi quanto sui piccoli.
L’ispettore Carter guardò fuori. Amava sedersi nei posti che davano sulla strada.
«Mi scusi» disse una donna stupenda e molto arrabbiata «Esca da lì o chiamerò la polizia!»
Carter sorrise.
Era lui la polizia.
Uscì dalla vetrina della boutique.
Ero ottimista.
Davanti a me c’era il futuro e lo vedevo finalmente roseo. Dietro di me avevo ormai lasciato il passato.
Solo che il passato si stava sbottonando i pantaloni.
Accanto a un padre con suo figlio c’è un gruppo di persone che discute di tutto senza sosta.
«Vedi figliolo, quelli sono parole. Solo parole».
Il bimbo si guarda attorno e vede due ragazzi che fissano il vuoto, fuori e dentro di loro, con un sorriso ebete stampato in volto, gli occhi arrossati.
«E quelli?»
«Quelli? Quelli sono fatti, non parole».
«Vi ho mandato mio figlio, l’agnello di Dio. Voi l’avete crocifisso. Vi nutrite di lui con l’eucaristia e ne bevete il sangue a messa. È resuscitato dopo tre giorni e per festeggiare lo avete mangiato di nuovo. Stavolta arrosto. Il lunedì di Pasqua vi ho mandato l’angelo a portare l’annuncio di resurrezione, sotto le candide spoglie di una colomba che ha deposto l’uovo della pace. Vi siete mangiati sia la colomba che l’uovo. Ora basta: la prossima volta vi mando un piatto di pasta al sugo con polpette».
La Pasquetta è un apostrofo umido tra le frasi:
«Oh, no, sta diluviando!»
e
«Finalmente ha smesso di piovere».
Un uomo circola su una nota strada con donnine di facili costumi. A un certo punto si decide e si ferma.
«Scusi, quanto fa?»
«Cinquanta all’ora, ma puoi dammi del tu».
«Ah, va bene. Però, altro che passeggiatrice, dovresti provare a correre i cento metri!»
Gesù si avvicinò a Pietro e Andrea che gettavano le reti in mare. Disse loro:
«Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
Essi lo seguirono. Ma a Pietro venne un dubbio:
«Ma che esca useremo?»
Gesù ci pensò su e disse:
«Donne!»
Quando vai in pescheria, in Sardegna, devi accertarti che il pesce sia veramente pescato in Sardegna, perché è più fresco.
Ma come sapere se le etichette obbligatorie dicono la verità? Entrate in pescheria e dite ad alta voce “CAVALLO”. I pesci che risponderanno “TI CODDIDI” saranno sicuramente sardi.
In pescheria…
«Ciao, come va?»
«Molto male, non vendo nulla».
«Mi dai due chili di cozze?»
«No».
«E perché?»
«Se dessi due chili di cozze a tutti quelli che me le chiedono, a metà mattina non avrei più una cozza da vendere».
«Hai ragione. Allora mi dai quell’orata?»
«No».
«E perché?»
«Se dessi un’orata a tutti quelli che…»
Indolenzito ma ancora con la possibilità di muoversi, prese il telefono e chiamò il dottore.
«Dottore, mi aiuti. Qui mi fa male».
«Dove, di preciso?»
«Dipende…»
«Da cosa?»
«Da dove mi colpisce».
«Va bene, intanto mi dica chi è lei, non ho il suo numero in rubrica».
«Sono Paperino».
Don Rodrigo chiamò a sé i suoi scagnozzi, i due più duri, i più convincenti.
«Andate da don Abbondio. Ditegli che il matrimonio tra Renzo e Lucia non si dovrà celebrare né domani, né mai».
I due annuirono, poi don Rodrigo aggiunse:
«E mi raccomando: fate i bravi!»
Attenti a come riciclate i regali a Natale.
«Ti è piaciuto il calendario artistico che ti ho regalato a Natale?»
«Sì, bello, ma…»
«Non è il tuo genere?»
«No, ma…»
«Vabbe’, dai sputa il rospo».
«In che anno siamo?»
«2023, perché?»
«Allora perché mi hai regalato un calendario del 2020?»
Mi chiedo spesso come sarebbe l’aldilà se esistesse la reincarnazione.
«Ecco te stesso nelle precedenti 4.327 vite. Salutatevi e fate conoscenza».
«Ciao me, ciao me, ciao me, ciao me, ciao me!»
E così via. In pratica i primi anni li passeremmo così, a salutarci e presentarci. Poi chiederemmo a ognuno informazioni sulla propria vita terrena e a nostra volta le forniremmo. Nel frattempo ci reincarneremmo di nuovo e ogni tanto arriverebbe un nuovo “me” e ricomincerà tutto. Altro che riabbracciare i nostri cari nell’aldilà, passeremmo l’eternità a parlare con noi stessi.
Dovete preparare le rondelle di carote e/o patate da fare fritte, in chips al forno o in umido? Ecco un prezioso consiglio, direttamente dalle migliori cucine italiane.
Pelate carote e/o patate PRIMA di tagliarle a rondelle, sarà molto più facile e veloce.
Stanco dei soliti ruttini? Nessuno si accorge di te quando emetti aria dalla bocca?
Prova il nuovo bicarbonato rinforzato e super digestivo
Soffio dell’Elefante
Per rutti pachidermici
«Signori, il tour della nostra cantina è finito. Ora la degustazione di tre vini, accompagnati da Parmigiano e salame di Felino».
«Scusi» intervenne un visitatore «cos’ha fatto di male quel povero gatto?»
Se sei contro le lobby e i complotti della Casta, è stato indetto uno sciopero silenzioso contro i Poteri Forti che governano la nostra vita. Si tratta di scollegarsi da Internet a tempo indefinito. I partecipanti verranno avvisati del termine della protesta con un messaggio su Telegram.
Appena nato mi rivolsi a Dio.
«Dio dammi un segno!!!»
«Sei bilancia, ascendente leone».
«E che è?»
«È un animale come il gatto ma più grande e con la criniera».
«Cri… che?»
«La criniera, la chioma intorno al collo del leone».
«E il leone che cos’è?»
«Senti Luca, mi sa che a ‘sto giro non nasci più».
Incontro un amico.
«È da tanto che non fai sesso?»
«Insomma, diciamo da un po’».
«Quanto un po’?»
«Guarda, non mi ricordo più nemmeno se io sono l’uomo o la donna».
La luce si spense così, all’improvviso. Il frigorifero smise di grugnire. Il forno, che stava scaldando, ammutolì.
Silenzio… solo silenzio.
Non avevo pagato l’ultima bolletta della luce.
Da ragazzo non avevo un soldo in tasca. Poi un uomo mi offrì due soldi per avere la mia tasca.
Accettai.
Misi in tasca i due soldi guadagnati, ero felice. Ma non avendo più la tasca, i soldi caddero senza che me ne accorgessi.
A volte non si comprende che è meglio tenere stretto ciò che si ha.
L’uomo bussò alla porta, una porta che conosceva bene. Aprì una donna, una donna che conosceva bene.
«Oddio, che ci fai qui? Ci siamo lasciati quindici anni fa, che vuoi ancora da me?»
«Sto morendo e uno dei mie ultimi desideri è quello di fare ancora l’amore con te, per l’ultima volta».
«Scusami non lo sapevo, ma se posso fare qualcosa…»
«Fai l’amore con me, per l’ultima volta».
Non lo amava più ma si concesse, in quel momento così difficile per lui. Poi gli parlò.
«Ascolta, almeno dimmi di cosa stai morendo».
«Ci consumiamo, giorno dopo giorno, e così moriamo. Ogni giorno che passa è un giorno in meno di vita».
«Ok, sempre melodrammatico. Ma che malattia hai?»
«Nessuna, oltre alla vita».
Vado al bar con un’amica, che per prima cosa si allontana per andare in bagno.
Dopo qualche minuto si avvicina il cameriere.
«Cosa desiderate ordinare?»
«A me un caffè e un succo alla mia amica».
Poco dopo torna il cameriere con una tazzina e un bicchiere con un succo denso e rosso.
«Scusi, ma questo succo a cos’è?»
«Come ha chiesto lei: alla sua amica».
In uno sperduto laboratorio segreto in qualche zona del mondo, esistono delle scuole speciali dedicate ai telepati: le elementali.
Stufo di sentir suonare il citofono la domenica mattina, prese un feroce cane da guardia e lo lasciò libero sul vialetto di ingresso di casa fino al cancello. Un mese di pace, poi suonarono al portoncino interno. Era il suo cane con in bocca un volantino.
Lo lasciò cadere per terra.
«Bau! Volevo parlarti della Bibbia e lasciarti un opuscolo».
Oggi mia moglie mi ha visto in giro in tenera compagnia. Non ha fatto scenate, mi ha solo detto:
«Potevi anche dirmelo che ti piacciono gli uomini».
«Gli uomini? Guarda che è una donna!»
«Ah, ma davvero? Non si direbbe».
La moglie torna a casa e trova il marito in cucina, gomiti sul tavolo e testa tra le mani.
«Che cosa è successo? Ti hanno licenziato?»
«Peggio, molto peggio».
«Non farmi preoccupare, che succede?»
«Tuo figlio si fa le canne».
«In cosa abbiamo sbagliato come genitori? Cosa facciamo ora?»
«Eh, è un bel problema».
«Caro, dobbiamo parlargli».
«Certo. Sia chiaro da subito che la droga con lui non la dividiamo».
Un uomo è a casa e deve lavare i maglioni di lana in lavatrice. Incerto su come impostarla chiama la moglie.
«Amore, come si usa la lavatrice?»
«Sono in riunione, comunque controlla i programmi e regolati con quelli».
La sera la moglie rientra a casa.
«Allora, l’hai mandata la lavatrice?»
«Sì, era facilissimo. Stasera su Italia Uno danno Die Hard, quindi ho girato la manopola su Resistenti».
INGREDIENTI:
PREPARAZIONE:
Tagliate a metà le uova. Cazzo, si son rotte… forse erano da bollire prima. Boh, adesso frullate tutto (guscio compreso) e friggete in abbondante sale.
C’è, da qualche parte nel cosmo, un mondo in cui non esistono le tangenti.
Purtroppo, però, è in un universo parallelo.
Giadronia era alla fermata del bus, scappava dalla fine della storia d’amore più importante della sua vita. Non sapeva ancora bene dove ma sapeva quando: il Venti barrato era arrivato.
Ci salì e andò via per sempre.
Vivere la vita è come guardare il mondo stando dentro a una bottiglia vuota: non sai bene come ci sei entrato, ma sai di sicuro che non ne uscirai vivo.
Intervistato un autore esordiente. Alla domanda se si possa vivere di scrittura ha risposto sicuro:
«Certo, altrimenti non mi sarei messo a scrivere. Ci sono due modi: uno è vendere milioni di copie di ogni libro e vivere dei guadagni; l’altro è morire entro due giorni dalla pubblicazione».
«Figliolo, oggi comincia il Whamageddon, è un gioco. Secondo le sue regole dal primo al 24 dicembre non devi sentire una specifica canzone».
«Ah, e se qualcuno la sente?»
«Se la sente ha perso».
Il ragazzo fruga sul suo smartphone, alla ricerca di informazioni su questo curioso gioco. Poi glielo mostra.
«Ma la canzone è questa?»
«Sì, ma non…»
Non fa in tempo a finire la frase e l’audio parte in automatico: è già finita.